Women’s Power: le donne che hanno avuto più influenza nella storia della moda

Le donne che, in un modo o nell'altro, hanno influenzato non solo la storia della moda, ma anche il nostro modo di approcciarci a noi stesse: evviva il women's power!

Women's Power le donne che hanno avuto più influenza nella storia della moda
Women's Power le donne che hanno avuto più influenza nella storia della moda
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    A dispetto di quanto sia ancora patriarcale la società contemporanea, è cosa nota che noi donne siamo abituate a rivoluzionare il mondo. Nel campo della moda, ad esempio, sono state tantissime le donne che hanno dettato la linea e rotto gli schemi con il passato. Dato che però molte di esse non hanno ancora la fama che meritano, in queste righe ne celebreremo il genio e il merito, dedicando il giusto tributo a figure che oggi definiremmo “influencer” nell’accezione più positiva del termine.

    Mary Quant e la rivoluzione della minigonna

    mary quant
    Vogue.co.uk, The Most Remarkable Mary Quant Designs From The Vogue Archives

    Nonostante ancora oggi nel mondo della moda sia venerata come una divinità, a qualcuno ancora oggi il nome di Mary Quant potrebbe non evocare alcun ricordo. Eppure si tratta di una stilista inglese che negli anni Sessanta ha dato vita a una rivoluzione culturale inversamente proporzionale alla grandezza del capo d’abbigliamento che ha creato: la minigonna.

    Mary Quant riduce la stoffa solitamente usata per una classica gonna per adattare questo capo alla dinamicità tipica degli anni Sessanta, e per rendere al tempo stesso le donne libere nei movimenti e (soprattutto) nello spirito. La minigonna di Mary Quant trova inoltre terreno fertile soprattutto nei primi movimenti femministi che proprio in quegli anni stavano nascendo in tutto il mondo, e diventa un manifesto contro la classifica figura della donna – casalinga, insieme alla pillola anticoncezionale.

    Mary Quant è arcinota per la minigonna, ma si deve a lei anche l’arrivo degli hot pants, pantaloncini super corti che lasciano ancora più centimetri liberi alle gambe delle donne. Gli hot pants nei primi anni furono addirittura proibiti in alcuni paesi come Olanda e Belgio, ma le rivoluzioni di costume non si fanno fermare da norme in carta bollata e le creazioni di Mary Quant sono ancora oggi un simbolo di libertà e indipendenza per noi donne.

    Zuzu Angel e la moda brasiliana come forma di protesta

    zuzu angel

    Nome probabilmente ancor meno noto di Mary Quant, Zuzu Angel è stata una stilita brasiliana di fama internazionale che ha rilanciato in tutto il mondo i colori della sua terra, anche come forma di protesta. Inizia la sua carriera come semplice sarta nel 1939, per diventare una stilista affermata già negli anni Cinquanta.

    Zuzu Angel trae ispirazioni per i suoi disegni dai colori delle regioni brasiliane in cui ha vissuto, come Minas, Gerais, Bahia e Rio de Janeiro. Se nel tuo armadio hai qualche capo di abbigliamento che vanta temi tropicali, conchiglie, fiori colorati, animali esotici e affini lo devi proprio a Zuzu Angel, che fu la prima a sdoganare questi motivi così sgargianti nel mondo della moda.

    Alcuni eventi tragici nella sua vita, come la morte del suo primogenito per mano del regime dittatoriale brasiliano di quegli anni (i Gorillas), hanno poi spinto Zuzu Angel a far diventare i suoi capi simboli di protesta, inserendo negli stessi temi molto eloquenti come gabbie, elementi bellici e macchie grondanti di sangue. La sua protesta non piacque ovviamente al regime dei Gorillas, che assassinò Zuzu Angel nel 1976, facendo passare il tutto all’inizio come un tragico incidente d’auto.

    Negli anni successivi la verità venne fuori, ma quello che contò più di tutto è che le protesta di Zuzu Angel camminò sulle gambe di milioni di brasiliani, e che ancora oggi la sua moda è un’icona riconosciuta in tutto il mondo.

    L’unica e sola Venera Nera: Naomi Campbell

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    Nella storia della moda sono migliaia le modelle che hanno potuto sfilare sulle passerelle più prestigiose al mondo. Naomi Campbell è però un icona della moda degli anni Novanta perché, inglese di origine giamaicana, ha spezzato ogni tabù diventando la prima modella di colore a posare per le copertine più prestigiose del settore, come Vogue ed Elle. Nel mondo delle modelle è una delle appartenenti al famoso gruppo delle Big Six, dove divide gli onori con colleghe del calibro di Cindy Crawford, Claudia Schiffer, Kate Moss, Linda Evangelista e Christy Turlington. Naomi Campbell è stata la vera apripista per le donne di colore nel mondo della moda, e una volta raggiunta la fama internazionale si è sempre battuta per la lotta al razzismo, facendo dapprima notare come vi fossero enormi disparità fra i compensi delle modelle bianche e quelli delle colleghe di altre etnie.

    Ancor più importanti, tuttavia, sono state le sue campagne umanitarie: Naomi aveva capito che il suo bel viso e la sua grossa influenza potevano davvero cambiare il mondo, quindi promuove ancora oggi diverse campagne di sensibilizzazione. Essendo grande amica dell’ex presidente del Sudafrica Nelson Mandela, ad esempio, nei primi anni Duemila ha supportato tantissimi progetti per le popolazioni africane. Negli anni si è spesa per i terremotati di Haiti, per i malati di Ebola in Africa, ha aperto centri di accoglienza per i rifugiati della Siria ed ha perfino promosso continuamente comportamenti responsabili durante la pandemia mondiale da Covid-19.

    La dea della melanina, Khoudia Diop

    khoudia diop
    Allure.com, Model Khoudia Diop Spills Her Makeup Tips for Dark Skin Tones

    Una delle modelle di colore che più di tutte ha saputo sfruttare la via aperta da Naomi Campbell è stata sicuramente Khoudia Diop, indossatrice senegalese che sin dal nome che usa per il suo profilo Instagram, ovvero “dea della melanina”, pone l’accento sulla tonalità della sua pelle, fra i più scuri che abbiano mai calcato una passerella. Khoudia Diop sfila da quando aveva 15 anni, nel corso della sua vita ha più volte conosciuto episodi di bullismo e razzismo, perché al di fuori dei confini del Senegal la sua pelle scurissima è stato spesso oggetto di scherno.

    Khoudia Diop ha però avuto la forza e l’intelligenza di usare questi pregiudizi a proprio vantaggio, sottolineando in ogni occasione il fatto che la sua sia una pelle scurissima e promuovendo sui social campagne affinché sempre più donne di colore possano entrare nel mondo della moda.

    Winnie Harlow e lo sdoganamento della vitiligine.

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    Storia per certi versi simile a quella di Naomi Campbell e Khoudia Diop è anche quella di Winnie Harlow, modella canadese di origine giamaicana. La Harlow è un’indossatrice di colore ed ha dovuto lottare a causa del colore della sua pelle, ma non nel senso che intendiamo: la modella soffre di vitiligine, una malattia autoimmune che riempe la pelle di chiazze non pigmentate. La vitiligine su una pelle scura si vede in maniera ancor più evidente e alimenta diversi pregiudizi, ma la Harlow decide di prendere di petto la situazione e nel 2014 si iscrive ad America’s Next Top Model, reality show per aspiranti modelle dove, pur non vincendo, riesce a ottenere visibilità per se stessa e per tutte le donne con vitiligine che sognavano di fare le modelle. Oggi Winnie Harlow calca le passerelle più importanti del mondo, ed è portavoce di un movimento che promuove l’accettazione per tutte le donne con vitiligine.

    La diversità come ricchezza: Nadine Ijewere

    Nadine Ijewere
    Twitter.com

    Le donne che hanno cambiato il mondo della moda non sono solo quelle che calcano le passerelle, ma anche quelle che stanno dall’altra parte della macchina fotografica. Nadine Ijewere, ad esempio, è una fotografa di moda di enorme successo, che ha allargato il concetto di bellezza anche a canoni non usuali. Che la diversità sia sinonimo di ricchezza Nadine lo sa sin da bambina: nata a Londra, da genitori di origine nigeriana e giamaicana, da quando ha impugnato per la prima volta la macchina fotografica ha sempre cercato soggetti non convenzionali. Nadine decine di uscire dai soliti standard e fotografa sempre etnie mai rappresentate nel mono della moda, scattando a soli 26 anni una foto che sarebbe poi diventata la copertina di Vogue. Ancora oggi collabora con grossi marchi del calibro di Nike, McCartney e Gap, e continua a promuovere la bellezza del diverso.

    Stella McCartney per una moda responsabile e sostenibile

    stella mc cartney
    Vogue.com, Stella McCartney Pre-Fall 2021 Fashion Show

    L’abbiamo appena accennata qualche rigo sopra parlando dei grandi marchi con cui collabora Nadine Ijewere, ma Stella McCartney è una stilista inglese che ha fatto della lotta per l’ambiente una bandiera del suo lavoro. La McCarney è da anni che realizza capi usando esclusivamente materiali che non derivino dalla sfruttamento ambientale e che non siano di origine animale. Stella McCartney nel mondo della moda è stata probabilmente la prima a capire che bisognava darci un taglio con tutti quei comportamenti che stanno distruggendo il nostro pianeta, e ancora oggi è una fiera attivista per il diritto degli animali e per un mondo migliore.

    Moda e femminismo: Maria Grazia Chiuri

    maria grazia chiuri
    Aeworld.com, Maria Grazia Chiuri Makes a Feminist Statement at Dior Spring Summer 2017

    Fra le donne che hanno cambiato il mondo della moda, a rappresentare l’Italia c’è la nostra Maria Grazia Chiuri, che dal 2016 è alla guida creativa di Dior. La stilista romana ha dimostrato di avere subito le idee chiare sin dalla sua prima sfilata per Dior, mostrando delle magliette con la frase “dovremmo essere tutte femministe”, una chiara citazione all’attivista nigeriana Chimamanda Ngozie Adichie. Il femminismo è diventato il motore pulsante di tutte le creazioni della Chiuri, che ha gettato alle ortiche il concetto di femminilità mescolando capi maschili e femminili. Inoltre, tutte le sue sfilate sono dei veri e propri manifesti per i diritti delle donne